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Nordwestdeutsche Philharmonie Johannes Klumpp direttore Aleksandar Madzar pianoforte |
F. Chopin Concerto n.1 in mi min. op.11 per pf. e orch. A. Dvořàk Sinfonia n.8 in sol magg. op.88 |
Chopin & Dvořàk
Il nome di Chopin è legato indissolubilmente al pianoforte, strumento a cui dedicò la quasi totalità della
propria produzione creando un personale stile espressivo, romantico, intimo e allo stesso tempo virtuoso secondo una nuova concezione del termine, talvolta
spregiudicato grazie alla libertà ritmica e all’uso del
rubato.
Il Concerto in mi minore gode da sempre di grande
favore da parte del pubblico e degli interpreti, meno
dalla critica, forse per via di un’orchestrazione poco
sviluppata.
Importante sinfonista fu invece il boemo Antonin
Dvořàk, la cui Ottava sinfonia viene accostata al concerto chopiniano. Un’opera solare, ttimistica, e nelle
intenzioni dell’autore una sinfonia diversa dalle precedenti, con idee elaborate in modo nuovo.
Seong-Jin Cho pianoforte |
L. van Beethoven, Sonata in do min. op.13 “Patetica” L. van Beethoven, Sonata in mi magg. op.109 C. Debussy, La plus que lente C. Debussy, L’isle joyeuse F. Chopin, Quattro Ballate |
Un curriculum artistico costellato di grandi successi nonostante i 23 anni: il pianista coreano Seong-Jin Cho è entrato a pieno titolo nella galassia dei nuovi grandi talenti della musica vincendo nel 2015 il primo premio al Concorso Chopin di Varsavia. Il programma del debutto in recital a Milano è un omaggio a Beethoven - con due delle più celebri sonate - e alle atmosfere sognanti e impressionistiche di Debussy. Il culmine del recital è costituito dalle Quattro Ballate di Chopin. Per intensità melodica, per la ricchezza della scrittura armonica, per l’originalità, figurano tra le opere più complete e significative del compositore polacco, che per primo utilizzò il termine Ballata per una composizione musicale. Seong-Jin Cho le esegue senza soluzione di continuità, dando loro un ulteriore significato di ampiezza, quasi fossero un’unica grande opera pianistica.
Gennaro Cardaropoli violino Alberto Ferro pianoforte |
L. van Beethoven, Sonata n.9 in la magg. op.47 “A Kreutzer” N. Paganini / G. Cardaropoli, Nel cor più non mi sento per vl. solo I. Stravinskij, Suite Italienne C. Saint-Saëns, Introduction et Rondo Capriccioso op.28 |
I due giovani musicisti italiani sono balzati agli onori delle cronache ottenendo premi internazionali e riconoscimenti per il loro grande talento. Gennaro Cardaropoli, ventenne violinista allievo di Accardo e Berman si cimenta con il pianista Alberto Ferro (già applauditissimo in un recital solistico in Sala Verdi durante la scorsa stagione) con la monumentale Sonata a Kreutzer di Beethoven, l’asciutta e pungente Suite Italienne di Stravinskij e il lirico virtuosismo di Saint-Saëns. Inoltre propone un piccolo “cameo” con l'esecuzione di una personale trascrizione delle variazioni di Paganini “Nel cor più non mi sento” per violino solo.
Stuttgarter Philharmoniker Toshiyuki Kamioka direttore Lukas Geniušas pianoforte |
P. I. Čajkovskij, Ouverture in fa magg. P. I. Čajkovskij, Concerto n.1 in si bem. min. op.23 per pf. e orch. P. I. Čajkovskij, Suite da “Il Lago dei Cigni” op.20a |
Dedicato a Čajkovskij
Un grande direttore e un giovane affermato pianista per una serata interamente dedicata a Čajkovskij con gli Stuttgarter Philharmoniker, ospiti abituali delle nostre stagioni
musicali. Compositore eclettico, personalità in cui si fondono mirabilmente tradizione russa ed esperienze cosmopolite, Čajkovskij si è sempre mantenuto fedele ad un concetto di bellezza musicale universale. La sua musica è
da sempre un grande richiamo per il pubblico grazie a melodie cantabili, armonie impressionanti, colori orchestrali che evocano
una profonda risposta emotiva.
Beatrice Rana pianoforte |
R. Schumann, Blumenstück op.19 R. Schumann, Studi Sinfonici op.13 M. Ravel, Miroirs G. Agosti, L’Uccello di Fuoco da Stravinskij |
Da un’intervista a Beatrice Rana “Sono molto legata a Milano, che è stata la città che ha investito su di me quando ancora non ero famosa. Il problema di un giovane concertista è sempre quello di trovare uno spazio per suonare e le realtà scolastiche non sono spesso in grado di offrire dei buoni collegamenti con il mondo del lavoro. Ricordo bene la telefonata che un giorno ricevetti da Antonio Mormone, presidente della Società dei Concerti, che mi proponeva di fissare il debutto in sala Verdi. Fino a quel momento nessuno aveva puntato su di me e quella chiamata fu una piacevole sorpresa. A un mese dal concorso a Montreal (2011) feci quindi la mia prima apparizione a Milano. Da allora si è creato un legame fortissimo con Mormone e con la Società dei Concerti, tanto che all’indomani della vittoria al Van Cliburn ho rinunciato agli allori texani per volare a Milano e suonare. Credo che nell’occasione avrei cancellato qualsiasi altro concerto, ma la riconoscenza e la gratitudine hanno prevalso sul resto.”
Kyev Soloists National Chamber Orchestra Valeriy Sokolov direttore e violino Nikita Boriso-Glebsky violino |
J. S. Bach, Concerto in re min. BWV 1043 per 2 vl.i e orch. M. Arnold, Concerto op.77 per 2 vl.i e orch. A. Vivaldi, Le quattro stagioni |
I “Kyev Soloists”, orchestra da camera formatasi nel 1996, si sono esibiti in tutto il mondo quali ambasciatori della cultura musicale ucraina. Dal 2017 ne è direttore artistico e leader il violinista Valeriy Sokolov, conosciuto dal pubblico milanese per le sue esecuzioni ricche di energia e talento. Il programma è un omaggio al barocco con il doppio Concerto di Bach eseguito con Nikita Boriso- Glebsky, altra stella del violinismo internazionale, e a Vivaldi con le celeberrime Quattro Stagioni. Prima esecuzione a Milano per il doppio Concerto di Malcolm Arnold, commissionato dal grande virtuoso Yeudhi Menuhin al compositore britannico (autore ricordato anche per le colonne sonore di grandi film quali “Il ponte sul fiume Kwai”).
Dortmunder Philharmoniker Gabriel Feltz direttore Edoardo Zosi violino |
W. A. Mozart, Ouverture da “La finta giardiniera” K 196 W. A. Mozart, Concerto n.5 in la magg. K 219 per vl. e orch. W. A. Mozart, Sinfonia n.41 in do magg. K 551 “Jupiter” |
San Valentino con Mozart: Gabriel Feltz e la sua Filarmonica di Dortmund tornano a Milano con un omaggio a “Amadé”. Due opere giovanili, l’Ouverture dell’opera giocosa “La Finta Giardiniera” scritta da un Mozart diciannovenne, e il Concerto per violino n.5 in la maggiore dalla libertà inventiva e dal carattere quasi sperimentale affidato all’intelligenza musicale del violinista italiano Edoardo Zosi. Culmine della produzione sinfonica di Mozart è la Sinfonia in do maggiore K 551, apoteosi della forma sonata. Il nitore classico, lo sviluppo contrappuntistico e il carattere grandioso del tono complessivo della Sinfonia le valsero il titolo, non dato da Mozart, di Jupiter.
Quartetto Borodin Alexei Volodin pianoforte |
D. Šostakovič, Quartetto n.1 in do magg. op.49 S. Prokofiev, Selezione di brani da Romeo e Giulietta op.75 D. Šostakovič, Quintetto in sol min. op.57 |
Il Quartetto Borodin è tra i più longevi quartetti d’archi al mondo costituitosi a Mosca nel 1945. Nonostante nel corso dei decenni vi siano stati degli avvicendamenti, i componenti sono sempre uniti dalla stessa tensione verso il suono più bello, l’intonazione perfetta, il pathos e la tradizione interpretativa. Anche la formazione attuale è la giusta combinazione tra energia, vigore e solidità dell’esperienza. Il quartetto fu strettamente legato al compositore Dmitri Šostakovič e il programma milanese ne è un omaggio. Al Quartetto in do maggiore op.49, di fattura pre-classica, quasi un divertimento distaccato, viene accostato il Quintetto op.57 con pianoforte, una delle opere più significative, dal limpido impianto costruttivo e sobria eleganza, eseguito per la prima volta a Mosca nel novembre 1940 con l’autore al pianoforte. Ne raccoglie l’eredità il pianista russo Alexei Volodin, che completa il programma con una selezione di brani dalla suite Romeo e Giulietta di Prokofiev.
Alessandro Marino pianoforte |
J. J. Raff, Siciliana e Tarantella da “I vespri siciliani” di G. Verdi L. van Beethoven, Variazioni e fuga op.35 su tema dell’Eroica F. Liszt, Rapsodie ungheresi nn.17, 18 e 19 L. M. Gottschalk, Tournament Galop L. M. Gottschalk, Grande Tarantelle op.67 A. Jaëll, Parafrasi dal Lohengrin e Tannhauser di Wagner op.35 C. V. Alkan, dalla Grande Sonate in re magg. op.33 “Les Quatre Ages”: 20 anni - 30 anni, Quasi Faust |
Occorrono doti non comuni per affrontare il programma proposto dal trentenne pianista siciliano Alessandro Marino. Convinto e appassionato interprete di un repertorio inconsueto affianca a Beethoven e Liszt pagine di Charles Valentin Morhange detto Alkan e Louis Moreau Gottschalk, autore nato a New Orleans nel 1829 e formatosi a Parigi, di cui Marino è uno dei più sinceri e trascinanti esecutori. Affronta inoltre il mondo delle trascrizioni e parafrasi proponendo temi di opere wagneriane ideate dal pianista austriaco Alfred Jaëll e di opere verdiane per mano di Joseph Joachim Raff, prolifico musicista stimato da Liszt, Schumann e Mendelssohn.
ORT Orchestra della Toscana George Pehlivanian direttore Alessandro Carbonare clarinetto |
C. Ives, The Unanswered Question A. Copland, Concerto per cl. e orch. F. Schubert, Sinfonia n.3 in re magg. D 200 |
Charles Ives e Aaron Copland sono le personalità musicali più significative della prima metà del XX secolo negli Stati Uniti, il primo proiettato nell’avanguardia, in una dimensione sperimentale e pionieristica, il secondo più votato al recupero e rivalutazione del linguaggio autoctono americano, quali il blues e il jazz. Le due opere scelte dal Maestro Pehlivanian e dall’ORT, affiancate alla freschezza della Terza Sinfonia di Schubert (da considerare in questo “volo” programmatico quale ancora al classicismo), sono dunque molto diverse per tipo di scrittura e concezione. The Unanswered Question rievoca un’atmosfera metafisica, la spirituale necessità dell’Uomo di interrogarsi sul senso dell’esistenza e sul ruolo dell’arte nel tentativo di dare una risposta. Ives, inevitabilmente lascia il quesito irrisolto affermando, attraverso una sapiente strumentazione, che nell’immensità della creazione la domanda risuona più forte di una risposta. Il Concerto di Copland fu commissionato dal leggendario clarinettista Benny Goodman e evidenzia influenze della musica jazz e latino-americana. È un piccolo gioiello, banco di prova per il solista che deve spingersi alle estreme possibilità espressive del clarinetto e riporta, nell’immaginario collettivo di noi europei, alla sfavillante idea del mito americano.
Sinfonieorchester Wuppertal Julia Jones direttore Alena Baeva violino Anastasja Kobekina violoncello |
F. J. Haydn, Ouverture “L’infedeltà delusa” J. Brahms, Concerto in la min. op.102 per vl., vlc. e orch. F. Mendelssohn, Sinfonia n.3 in la min. op.56 “Scozzese” |
L’Orchestra Sinfonica di Wuppertal torna a Milano dopo aver scelto all’unanimità il suo nuovo Direttore Musicale, la britannica Julia Jones, artista di grande personalità e consolidata carriera. Anche le soliste del Concerto in la minore di Brahms, opera di straordinaria portata espressiva e strumentale, sono due giovani donne di grande talento: la violinista Alena Baeva e la violoncellista Anastasja Kobekina. Oltre ad un’ouverture di Haydn, il programma si completa con la Terza Sinfonia di Mendelssohn ispirata da un soggiorno in Scozia, in cui fanno capolino le impressioni di viaggio tra paesaggi a strapiombo sul mare e pianure selvagge. Senza dubbio, insieme alla Sinfonia Italiana, una delle opere di Mendelssohn più caratteristiche ed eseguite nelle sale da concerto.
Lilya Zilberstein pianoforte |
F. Schubert, Moments Musicaux D780 (op.94) F. Liszt, 4 lieder da Schubert L. van Beethoven, 24 Variazioni su “Venni Amore” di Vincenzo Righini L. van Beethoven, Sonata n.23 in fa min. op.57 “Appassionata” |
La classe di Lilya Zilberstein per un raffinato programma pianistico. I sei Momenti Musicali di Schubert sono brani di originale concezione da considerare non come fogli d’album ma come unica grande opera che restituisce la vena poetica e il mondo nostalgico e travagliato di un uomo sensibile e geniale. Il ruolo di Franz Liszt fu di primissimo piano nella riscoperta di Schubert e attraverso le sue trascrizioni portò al di fuori dei salotti ottocenteschi molte creazioni del compositore viennese. Partendo dal lied “Venni Amore” di Righini, Ludwig van Beethoven sviluppa un ciclo di variazioni poco eseguite ma che meritano un attento ascolto. Così come Quelque Danses del compositore francese Ernest Chausson, pagine dal sapore quasi rinascimentale e dalle sonorità delicate.
Stuttgarter Philharmoniker Dan Ettinger direttore Fazil Say pianoforte |
C. M. von Weber, “Der Freischutz” op.77. Ouverture F. Say, “Water” concerto per pf. e orch. L. van Beethoven, Sinfonia n.7 in la magg. op.92 |
“Un’apoteosi della danza”, così Richard Wagner definì la Settima Sinfonia in la maggiore di Beethoven, colpito dall’elemento ritmico che, incessante, pervade la partitura. L’idea di armonia, quasi una presa di coscienza e consapevolezza nei confronti dell’universo, conquista Beethoven. Wagner fu anche grande estimatore di Carl Maria von Weber, che con il “Freischutz” viene legittimamente indicato come capostipite dell’opera tedesca. Nelle sue composizioni sono presenti tutti gli elementi e “leitmotiv” che caratterizzano il genere: i rimandi alla tradizione popolare, il sovrannaturale e l’irrompere della natura quale forza oscura e spirituale. Elemento naturale imprescindibile e vitale è l’acqua. Nel suo Concerto per pianoforte e orchestra “Water”, Fazil Say ne simbolizza attraverso una scrittura musicale densa, ricca di ritmi e percussioni, tre diversi aspetti: l’acqua infinita dell’oceano, l’acqua notturna dei laghi, l’acqua dinamica dei fiumi.
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